domenica 22 gennaio 2012

Legambiente: "Fermare la follia delle trivellazioni in mare, devastanti e inutili" Manifestazione No Triv. Legambiente: "Fermare la follia delle trivellazioni in mare, devastanti e inutili"

Manifestazione No Triv. Legambiente: "Fermare la follia delle trivellazioni in mare, devastanti e inutili"
21/01/2012

Monopoli (Ba), 21gennaio 2012                                                         Comunicato stampa


Manifestazione "No triv" in Puglia
Legambiente: "Fermare la follia delle trivellazioni in mare. Sarebbe devastante e inutile: consumeremmo il petrolio estratto in soli 55 giorni"


"Liberalizzare le trivellazioni di petrolio per ridurre la bolletta energetica italiana? Basta con le prese in giro. Se estraessimo gli 11 milioni di tonnellate di riserve petrolifere stimate nei fondali marini del nostro Paese, ai consumi attuali li esauriremmo in soli 55 giorni. Dobbiamo fermare questo folle progetto che serve solo a ingrassare i bilanci di poche multinazionali petrolifere a danno degli interessi della collettività che invece vuole preservare le coste italiane per promuovere turismo di qualità e pesca sostenibile". Questo è il commento di Stefano Ciafani e Francesco Tarantini, rispettivamente vice presidente nazionale e presidente regionale di Legambiente, che hanno partecipato con una folta delegazione di circoli pugliesi dell'associazione alla manifestazione tenutasi oggi a Monopoli contro le trivellazioni petrolio nel mar Adriatico.


"L'Italia deve al più presto ridurre le importazioni di petrolio - continuano Ciafani e Tarantini - ma non ha alcun senso puntare ad estrarre le riserve italiane, viste le quantità ridicole di cui disponiamo a fronte di rischi ambientali immensi. Occorre promuovere politiche di mobilità sostenibile, visto che è il settore dei trasporti che consuma la gran parte dei derivati del petrolio, e seguire l'esempio di quelle iniziative imprenditoriali made in Italy che fanno davvero la differenza rispetto all'obiettivo di uscita dal fossile di tutto il sistema energetico nazionale. In provincia di Vercelli ad esempio è in costruzione una bioraffineria di seconda generazione che produrrà biocarburanti dalla canna da fosso e che non entrerà in competizione con le colture a destinazione alimentare. Questo è quello che serve al Paese, anche per rilanciare la sua economia sui mercati internazionali, non cattedrali di metallo che estraggono in mare aperto una fonte energetica preistorica in via di esaurimento".

"Attendiamo di vedere il testo definitivo del decreto sulle liberalizzazioni varato ieri dal Consiglio dei ministri - concludono i due dirigenti dell'associazione - ma stando a quanto riportato dalle indiscrezioni di stampa le minacce non sono allontanate. Resterebbero infatti dei nuovi criteri che aprirebbero porzioni di mare al rischio trivelle oggi vietato anche alla legge varata nell'agosto 2010. E questo sarebbe assolutamente inaccettabile".

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